Vite bilingui: Intervista a Dario Cascio (The Sicilian Wanderer)
Ti do il benvenuto a una nuova puntata di Vite Bilingui.
Oggi parleremo con Dario Cascio, anche noto come The Sicilian Wanderer. Il nome la dice lunga: cuore siciliano, ma esperienze internazionali, Dario è un esperto di localizzazione che non ha mai davvero lasciato la sua terra… pur non vivendoci più da molti anni.
Dario, raccontaci un po’ di te. Dalla Sicilia all’Irlanda… Quando è iniziato il tuo viaggio e come sei arrivato dove sei oggi?
Ciao Giulia! Intanto ti ringrazio tantissimo per questo spazio.
Il mio viaggio inizia nell’estate del 2009: una valigia con qualche vestito, una Xbox 360 e qualche gioco, uno su tutti Fight Night Round 4, tra i miei titoli preferiti in assoluto.
E un biglietto per il Canada, sola andata.
Quell’esperienza mi ha aperto le porte al mondo della localizzazione e dei videogiochi, ma soprattutto mi ha permesso di passare due anni indimenticabili in quella che, secondo me, è una delle città più belle del mondo: Montreal.
Ho lavorato a titoli come BioShock 2, James Cameron’s Avatar e Mafia 2, ma ho soprattutto conosciuto tantissimi amici che continuo a sentire spesso, nonostante la lontananza e gli impegni.
Dal Canada sono poi passato in Germania, ad Amburgo, restando nel mondo del gaming.
Poi, finalmente, l’incontro con un’isola che ho amato sin dal primo momento: l’Irlanda.
Dublino, nell’inverno del 2012, mi accoglie all’aeroporto con un’insegna verde gigante con su scritto “Welcome Home” (Benvenuto a casa). E così è stato.
Dun Laoghaire, Galway e infine Cork mi hanno non solo regalato esperienze lavorative incredibili sia lato vendor che cliente, ma mi hanno anche donato la possibilità di chiamare anche quest’isola “casa”, esattamente come la mia adorata Sicilia.
In che modo le lingue sono entrate a far parte della tua vita inizialmente e che ruolo svolgono adesso?
Ho sempre avuto il desiderio di raggiungere mio zio in Australia, sono cresciuto con Sydney come obiettivo.
Alla fine ho sbagliato di circa 16.019 km, ovvero la distanza esatta fra Montreal e Sydney!
Conoscere le lingue è, secondo me, fondamentale per esplorare e imparare dagli altri. Comunicare in diverse lingue permette di allargare tantissimo i propri orizzonti, arricchire la propria vita con elementi fino a poco prima sconosciuti, conoscere e capire a fondo gli altri e la loro cultura.
Così si finisce per assimilare tutto e cambiare profondamente la propria anima, andando oltre preconcetti e pregiudizi.
Non esiste nulla di più necessario e allo stesso tempo poetico di una lingua.
Sui tuoi canali social vediamo spesso la tua bellissima famiglia. Che lingua/e parlate fra di voi?
Su questo tema ci sono miliardi di approcci e scuole di pensiero diverse.
Noi abbiamo deciso di fare così: io ho sempre parlato in inglese ai nostri figli, mia moglie in italiano.
Questo almeno fino all’inizio delle scuole elementari.
Una volta a scuola, i bambini sono immersi in un contesto totalmente anglofono, quindi abbiamo cambiato strategia e adesso in casa parliamo in siciliano o in italiano, così non perdono il contatto con le due lingue.
Su YouTube e Instagram racconti curiosità e itinerari dell’Irlanda e della Sicilia. Com’è nata l’idea di queste pagine e cosa vuoi trasmettere?
Ho un canale YouTube da circa 16 anni, lo usavo inizialmente per caricare i video delle mie band, ma poi l’ho totalmente ignorato per oltre 10 anni.
Durante il lockdown ho sentito il bisogno, come tanti altri, di trovare una valvola di sfogo e tornare ad esprimermi. Per tanti anni avevo scritto musica, testi, avevo creato video, ma poi ho completamente chiuso la porta ad ogni iniziativa creativa per dar spazio al lavoro.
L’ispirazione è arrivata da mio fratello, che aveva postato un video nel quale recitava in maniera splendida un’antica filastrocca siciliana, U Re Bafè.
Mi trovavo a Torretta Granitola, in Sicilia, avevo telecamera e Mac, quindi ho deciso di girare il primo video, montarlo e postarlo sotto il nome The Sicilian Wanderer, ridando così vita al mio canale.
Da allora ho prodotto oltre 300 video, tre documentari, tantissimi Shorts, ma soprattutto i video della serie Sessanta SeCunti.
Date sempre sfogo alla vostra creatività!
La salvaguardia dei dialetti e delle lingue minoritarie, come il siciliano, è in qualche modo una tua battaglia. Cosa pensi possiamo fare per proteggere questo patrimonio?
Il siciliano è la lingua più bella del mondo. Ecco, l’ho detto.
Proteggere, tramandare e salvaguardare una lingua è un dovere, non un’attività ricreativa.
Oggi abbiamo tantissimi modi per permettere a una lingua di sopravvivere e tornare grande, dai video agli Shorts, o ancora audiolibri e podcast.
Il formato digitale ci permette non solo di tramandare, ma anche di ascoltare una lingua, le variazioni negli accenti e i vocaboli unici e relativi soltanto ad alcune zone, tutte esperienze che i libri tradizionali faticano a fornire.
Secondo me è importante concentrarsi non sulle poche persone che parlano ancora delle lingue in pericolo, ma su come creare enormi database di immediata fruizione per chi vorrà impararle nel futuro.
Bisogna allargare gli orizzonti e introdurre innovazione, non guardare dei numeri senza provvedere a trovare soluzioni efficaci.
Un’ultima domanda: torneresti mai a vivere in Sicilia, se ne avessi l’opportunità?
Tornerò.
Tornerò sicuramente, prima o poi.
Grazie!
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