Translating and writing for food and beverage marketing

Tradurre e scrivere per il marketing enogastronomico

Per valorizzare la tua attività con il marketing enogastronomico servono le parole giuste. 

Lavori nel settore del food and beverage e vuoi stuzzicare più papille gustative? Allora ciò di cui hai bisogno è un’ottima strategia di marketing enogastronomico. E non si può parlare di marketing senza fare riferimento al copywriting e alla traduzione, perché la scrittura è uno strumento chiave per emozionare e convincere il pubblico.

Enogastronomia: tra tecnica e creatività

Il cibo è tutto: storia, identità, tradizione. E questi non sono termini vuoti, ma il simbolo di una (o tante) realtà da raccontare.

Sia quando si traduce che quando si scrive, comunicare in ambito enogastronomico è una deliziosa sfida che coinvolge due ingredienti principali: uno tecnico e un altro più creativo. Il settore del food and beverage è infatti una fonte inesauribile di testi e contenuti di varia natura: dai disciplinari di produzione alle schede tecniche dei vini, passando per i copy sui social media e i siti web. Tutto ciò richiede specifiche conoscenze tecniche abbinate alla capacità di creare sensazioni tangibili, scegliendo il giusto tono di voce e lo stile più adeguato in base al contesto. 

Non bisogna dimenticare che l’enogastronomia è anche una vera e propria scienza, basata su processi chimici precisi. Tuttavia, quando parliamo di marketing enogastronomico, sono le emozioni le vere protagoniste, capaci di trasformare potenziali lead in acquirenti effettivi. 

Translating and writing for food and beverage marketing

Sensorialità e territorialità

Ma come si creano emozioni attraverso le parole?

Si parla di food copywriting, ovvero di scrittura di testi che facciano venire l’acquolina in bocca.

Bisogna saper coinvolgere, entrare in sintonia con chi legge, raccontare qualcosa che il nostro pubblico vorrà assolutamente provare sulla propria pelle. Ed è proprio la sensorialità la nostra migliore alleata, in grado di convertire frasi in sensazioni reali. In questa ricetta ognuno dei cinque sensi è un ingrediente indispensabile, anche quelli che pensiamo non abbiano nulla a che fare con l’enogastronomia, come l’udito. Pensaci bene: credi sia irrilevante la tipologia e il volume della musica che senti mentre mangi in un locale? 

Un altro fattore cruciale è la contestualizzazione nell’ambito di un territorio.

Il turismo enogastronomico, ormai ampiamente apprezzato e praticato, si basa proprio su questo: sulla creazione di percorsi personalizzati, che coniughino ad esempio la degustazione in cantina con la visita a un caseificio e la passeggiata in un borgo medievale. Per fare marketing enogastronomico come si deve, bisogna situare l’attività in un contesto preciso, raccontando il territorio, le tradizioni e il patrimonio del posto. 

Caso studio: traduzione in ambito caseario

Ma proviamo a concretizzare la teoria con un esempio reale.

Di recente ho lavorato alla traduzione di contenuti relativi a una celebre azienda casearia presente a un festival di cucina di strada. 

Ecco alcune delle sfide che mi sono divertita ad affrontare per trasmettere al meglio concetti e sensazioni dall’inglese all’italiano.

Terminologia

Tradurre o raccontare un prodotto enogastronomico è una responsabilità; in altre parole, occorre chiamare le cose con il proprio nome. In questo caso, termini quali occhiature, a pasta molle, erborinato sono solo alcuni esempi della terminologia relativa ai formaggi che ho incontrato traducendo. Indispensabile qui è la conoscenza del settore, sempre accompagnata da un’adeguata ricerca terminologica.

Localizzazione

Localizzare significa adattare termini e concetti della lingua e cultura di partenza per il pubblico di destinazione. In ambito enogastronomico, uno degli esempi più lampanti sono le unità di misura. L’inglese cup non è affatto utilizzato in italiano e non ha alcun equivalente (una tazza di farina non è indicatore di una quantità precisa). Nel mio caso, il testo di partenza riportava le unità sia in stile americano che nel sistema internazionale delle unità di misura; dovendo adattare il testo per un pubblico italiano, ho scelto di riportare solo le seconde.

Aspetti tecnici

Tradurre significa trasmettere concetti ben precisi, la cui forma spesso varia da un Paese all’altro.

Un esempio culinario sono le denominazioni: DOP, IGP, STG… mille acronimi che, passando da una lingua all’altra, non fanno altro che moltiplicarsi. Scopriamo così che in inglese le sigle diventano PDO, PGI, TSG. Vietato quindi sbagliarsi e obbligatorio informarsi tramite opportune ricerche (preferibilmente da fonti ufficiali come il sito della Commissione europea).

Insomma, questa traduzione è stata una sfida tutta da gustare!

Cheese

Impastare le parole migliori

Questo è ciò che posso fare per te: selezionare i giusti ingredienti per una comunicazione efficace, indispensabile per il tuo marketing enogastronomico. In quanto esperta linguistica specializzata in questo ambito, posso occuparmi della traduzione, della revisione o del copywriting in italiano dei tuoi contenuti food and beverage. 

Scopri come mi formo e mi tengo aggiornata in questo settore e contattami per raccontarmi del tuo progetto; sarò felice di sfornare per te la perfetta soluzione comunicativa.

FEEL FREE TO DROP US A LINE.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *